RUOTERUOTE TV | VIDEOMAGAZINE GIORNALISTICO DI INFORMAZIONE SUL MONDO DELL'AUTOMOBILE. Ideato da ANDREA CIAMPAGLIA, Progettista di automobili di STILETORINO Lab e Giornalista.E' possibile richiedere l'invìo - presso il Vostro domicilio - della versione "giornalino" di RUOTERUOTE (del tutto gratuìta) previa richiesta
John Cooper Works GP,(a proposito, avete già visto il nostro video?) il modello di serie più sportivo e veloce mai costruito da MINI. Dopo l’anteprima assoluta al Mondial de l’Automobile di Parigi, è ora pronta ad affrontare le piste e a farsi ammirare su strada, forte di una personalità che riprende la tradizione sportiva MINI di 50 anni fa.
La MINI John Cooper Works GP è una purosangue con un concentrato di tecnologia da competizione nel quale spicca il potente motore turbo di 1,6 litri da 218 CV a 6.000 giri e coppia massima di 260 Nm, disponibile già a 1.750 giri, che consente alla vettura di raggiungere i 242 km/h di velocità massima e di sprintare da ferma in soli 6,3 secondi con una ripresa in quinta (la trasmissione è manuale a 6 rapporti) da 80 a 120 orari in appena 5,9 secondi.
Avvincente e coinvolgente la nuova sport-hatch del marchio anglotedesco.
Ma la tecnologia Minimalism del brand contribuisce a limitare i consumi a 7,1 litri/100 km, mentre le emissioni di CO2 si fermano a 165 g/km.
JCW GP (pesa solo 1.160 kg) beneficia di un assetto regolabile che permette di ribassare l’assetto secondo le esigenze personali fino a 20 mm e sull’asse anteriore sono stati montati ammortizzatori di tipo upside-down (a stelo rovesciato) per incrementare la rigidità longitudinale e trasversale. Il potente impianto frenante comprende freni a pinza fissa con 6 pistoncini e dischi autoventilati sulle ruote anteriori e i cerchi in lega alleggeriti da 17 pollici sono stati sviluppati appositamente e in esclusiva per la vettura. Di serie il programma di stabilità di guida DSC (che offre una modalità da corsa GP) e il blocco elettronico del differenziale. All’interno, sedili Recaro abbelliti da esclusive cuciture decorative.
Volvo e la sua V60 Hybrid Plug-in (di cui potete vedere il nostro videotest nell'allegato youtube) sta testando un nuovo caricatore rapido per vetture elettriche in grado di limitare il tempo di ricarica ad un’ora e mezza. Il nuovo caricabatterie è sei volte più veloce dei dispositivi attualmente a bordo delle vetture e potrebbe essere la chiave di volta per superare lo scetticismo di chi di auto elettriche non vuol proprio sentirne parlare. Un diffidenza nota anche a Lennart Stegland, Vice Presidente Sistemi a Propulsione Elettrica di Volvo Car Corporation:“Sappiamo che tempi di ricarica brevi e un’ampia autonomia di percorrenza sono fattori essenziali per i potenziali acquirenti di auto elettriche. L’unità di ricarica rapida contribuisce a risolvere il problema conosciuto come ‘ansia da autonomia’, dato che consente di ricaricare più facilmente la vettura durante la giornata. E anche se non si ha tempo sufficiente per un’ora e mezza di ricarica, bastano solo 30 minuti per avere un’autonomia di percorrenza di altri 80 km”.
Il nuovo caricatore verrà installato a fini valutativi su una serie di Volvo C30 Electric. Il nuovo carica-batterie rapido da 22 kW è il primo al mondo alimentato con corrente trifase e ha dimensioni sufficientemente compatte da essere inserito in un’automobile elettrica.
90 minuti per la ricarica: incredibile!!
Offre all’automobilista la scelta fra due modalità di utilizzo: collegandolo a una presa di corrente trifase da 32A si può avere un’ autonomia di percorrenza di 80 km in soli 30 minuti. La ricarica completa richiede, come detto, 90 minuti. Se collegato a una normale presa mono-fase da 230 V effettua la ricarica in 8-10 ore, a seconda della corrente disponibile.
“L’utilizzatore può ‘rabboccare’ il pacco-batterie aumentandone il livello di carica una o più volte al giorno. Questo significa che l’autonomia di percorrenza giornaliera può essere estesa notevolmente pur mantenendo invariato il basso costo di gestione rispetto a un’automobile con un motore endotermico convenzionale,” aggiunge Lennart Stegland.grandi progressi dunque che provengono da quelle aree geografiche del nord-europa un tempo indicatrici di tutto ciò che di più evoluto la scena sociale e tecnologica poteva vantare; e pur fra alterne vicende nulla è dunque cambiato.
La MG è tornata! (ma non ancora per il mercato italiano purtroppo!) e con essa il grande piacere di possedere una vettura inglese di costo non esorbitante...(gli appassionati di auto d’epoca gioiranno alla notizia!) Si tratta di una vettura di classe media prodotta dalla casa britannica MG Motors (ora di proprietà cinese) e derivata in alcuni aspetti dalla Rover 75 come il telaio anteriore e alcuni espetti estetici. La MG è una vettura di classe media prodotta dalla casa britannica MG Motors e derivata in alcuni aspetti dalla vecchia Rover 75 come il telaio anteriore. Il modello di lancio della serie 6 è il classico 1800cc di origine Rover (ora Roewe sotto la nuova proprietà) aspirato da 135 cv per arrivare alla brillante versione turbo chiamata GT MG6 con la stessa cilindrata da 158 cv con velocità massima di 193 km/h autolimitata e un' accelerazione da 0-100 in 8.4 secondi.
Il 'mondo' della nuova MG-Roewe ora sotto l'egida cinese.
Sono tre i tipi di allestimento: (S, SE e TSE).La S e la SE hanno i cerchi da 17 pollici mentre per la TSE sono da 18”. I colori standard sono il bianco (Arctic White), il nero (Pitch Black) e il rosso (Regal Red) mentre l'unica opzione è la vernice metalizzata a 530 euro in più con colori metallici blu, platino, arancione, grigio e verde. Tutti i modelli MG sono equipaggiati con cambio manuale da 5 marce con sospensioni McPherson sull'anteriore e multi-link sul posteriore garantendo sempre una buona stabilità mentre per la versione GT il tipo di assetto è regolabile in tre impostazioni e le versioni sono la S, la SE e la TSE. Un prodotto che riporta l’industria britannica nell’olimpo dei costruttori ‘maggiori’ e blasonati di automobili. Ed ora il nostro video!
Sapete Amici? In campo automobilistico non sempre i marchi più blasonati sono i migliori. E poi....come mai il Gruppo Fiat (che ha al suo interno Ferrari e Maserati) non presenta mai un prototipo di studio all'interno delle grandi rassegne motoristiche mondiali? Un segno davvero di "miseria" concettuale e strategica che non fa onore!
La gamma 'ONYX' presentata all'ultimo Salone di Parigi.
Tutto questo lo fa invece un marchio nobile com'è PEUGEOT con la linea Onyx presentata all'ultimo salone di Parigi : una affascinante supercar, uno scooterone che ne riproduce i tratti somatici ed una ipertecnologica bicicletta....beh, meglio di così cosa si può pretendere?
La Fiat 131 Racing 2000 Tc (twin cam : doppio albero a camme in testa) fu la novità “ sportiva” della gamma Fiat 131 per l’anno 1978. Ma quale è la peculiarità che distinse questa vettura da una concorrente come ad esempio la Opel Rekord 2000 di contemporaneo ingresso sul mercato? E perché il popolare mensile Quattroruote volle metterle a confronto pur trattandosi di modelli dalla non coincidente “vocazione di mercato” ovverosìa non dello stesso segmento?
Le prestazioni parlavano di una prevalenza Fiat per quanto riguarda la brillantezza di marcia ma non era questo il dato saliente : era la particolarissima ed inedita “veste cromatica” a svecchiare in un sol colpo tutta la gamma di quel modello ed a far invecchiare l’aspetto estetico della concorrenza. Equipaggiata con un quattro cilindri bialbero di 1995 cm³ da 115 CV e riconoscibile per l'impostazione sportiva (spoiler, bandelle sottoporta, cerchi specifici, frontale a doppi fari circolari, sedili sportivi, paraurti chiari, volante corsaiolo).
La Fiat 131 Racing del 1978 in livrea arancio. Notare l'originale accostamento cromatico con paraurti e cerchioni.
Nel 1980 furono prodotti alcuni esemplari di 131 Racing Volumetrica, sovralimentata con un compressore volumetrico a lobi (140 CV). Nel 1976 la Fiat presentò la 131 Abarth Rally, la cui versione stradale venne prodotta in 500 esemplari per essere omologata nel Campionato Mondiale Rally (che vincerà tre volte: 1977, 1978 e 1980). Basata sulla carrozzeria della 2 porte prima serie, opportunamente alleggerita e rinforzata, la Abarth Rally era priva dei paraurti e dotata di parafanghi allargati, spoiler, alettoni e prese dinamiche ed una presa d'aria sul cofano motore. Sostanziose le modifiche tecniche. Il motore era un 4 cilindri bialbero derivato dal due litri Fiat (e sviluppato dalla Abarth), con distribuzione a sedici valvole e una cilindrata di 1995 cm³ da 140cv nella versione stradale, alimentata da un carburatore doppio corpo (235cv in quella da corsa dotata d'impianto di iniezione meccanica).
La 131 Abarth rally in livrea "olio Fiat": vinse molte competizioni.
La sospensione posteriore, a ruote indipendenti, derivata da quella della 124 Abarth Rally, rimpiazzava quella ad assale rigido di serie, mentre la carrozzeria aveva elementi (cofani, spoiler e parafanghi) in vetroresina o in alluminio (portiere, tetto). Sulla stessa base l'Abarth allestì anche due prototipi: la 031 (col motore V6 della 130) e la 035 (con un due litri sedici valvole sovralimentato con un compressore volumetrico di tipo roots a lobi, motore che verrà poi utilizzato per la Lancia Rally 037) Queste vetture rimasero allo stadio di prototipo. La prima, con Giorgio Pianta alla guida, vinse il Giro d'Italia automobilistico del 1975. È stata inoltre utilizzata in maniera massiccia da numerosi stuntman, come Holer Togni, per eseguire ardite acrobazie durante i loro spettacoli. Che dire? Una gran vettura!
L’inglese LAND ROVER ha diffuso tempo fa uno pubblicitario sull’edizione speciale della Range Rover Evoque, realizzata in collaborazione con Victoria Beckham, che verrà svelata al pubblico nei prossimi giorni durante il Salone di Pechino (25 aprile - 2 maggio). Nel filmato della durata di due minuti e mezzo, assieme al SUV inglese non poteva che esser
ci lei, l’ex Spice Girls nonché moglie di David Beckham.
La Smart for-us è equipaggiata con lo stesso modulo elettrico adottato sulla smart fortwo electric drive. Nello specifico, si tratta di un propulsore a magnete permanente da 55 kW e 130 Nm, che garantisce una velocità massima di 120 km/h e accelerazioni/riprese degne di nota. Bisogna infine ricordare che la batteria agli ioni di litio ha una capacità di 17,6 kWh.Questa concept rappresenta un mini pick-up che anticipa le linee stilistiche della prossima fortwo. Il design della vettura, massiccio e robusto trasmette una sensazione di solidità, sottolineata anche dagli sbalzi contenuti e dalla sezione anteriore quasi verticale. La Smart for-us misura 3.55 metri in lunghezza, 1.70 metri in larghezza e 1.51 metri in altezza. Il passo è di 2.48 metri (+ 613 mm rispetto alla berlina) mentre la carreggiata aumenta di 50 mm su ogni lato.
Tramite la ribaltina posteriore, che può essere azionata elettricamente, si può accedere a un pianale lungo 900 mm, in grado di retrocedere di altri 280 mm durante le fasi di carico. Lo stesso vano di carico permette di caricare le due biciclette a pedalata assistita smart e-bike. Salendo a bordo, invece, l’abitacolo è caratterizzato da superfici bianco perla ed elementi in alluminio spazzolato. Fra le varie e originali soluzioni utilizzate vanno sicuramente menzionati lo specchietto retrovisore rimpiazzato da uno smartphone -proietta le immagini catturate da una telecamera- e la plancia, utilizzata come elemento di circolazione dell’aria per il sistema di ventilazione dell’abitacolo.
La gamma BMW si estende ed amplia con l’inedita i8 Spyder, vettura che la casa dell’elica presenterà durante il salone di Pechino (23 aprile-2 maggio) ed attesa sul mercato non prima del 2014. Questa sportiva differisce dalla coupè soprattutto per l’assenza del tetto, rimpiazzato da una soluzione in stile targa, mentre il corpo vettura si rivela più compatto di qualche millimetro: il passo diminuisce fino a 2.65 metri e la lunghezza complessiva si riduce dai 4.63 metri agli attuali 4.48. La sportiva bavarese utilizza nuovamente la piattaforma LifeDrive.
E’ formata da un modulo elettrico e da un motore benzina 3 cilindri 1.5 TwinPowert Turbo, collocato in posizione posteriore e tarato per svolgere il ruolo di Range Extender. Entrambi garantiscono 354 CV e 550 Nm di coppia, per uno 0-100 km/h in 5 secondi ed una velocità massima autolimitata di 250 km/h. La i8 Spyder necessita di 3 litri di benzina ogni 100 chilometri e percorre 30 chilometri in modalità elettrica. la vettura, terza punta di diamante della gamma “i”, verrà presentata al Salone di Pechino (27 aprile-2 maggio). La i8 Concept Spyder è lunga 4,48 metri e larga 1,92; rispetto alla versione coupè a 4 posti, la Spyder presenta un passo più corto e vanta un tetto ripiegabile in due sezioni. Inedita anche la regione posteriore, modificata rispetto al modello di derivazione: debutta infatti una originale copertura trasparente che lascia intravedere una coppia di monopattini elettrici by BMW. Essi tuttavia limitano la capacità del vano di carico ad appena 100 litri.
La potenza erogata complessivamente dall’unità morice endotermica e dal propulsore elettrico è pari a 354 Cv, mentre la coppia motrice ammonta a 550 Nm: il motore elettrico garantisce 131 Cv ed è collegato all’asse anteriore; viceversa il tre cilindri sovralimentato mediante turbocompressore TwinScroll eroga 223 Cv e 300 Nm, scaricati a terra mediante l’asse posteriore. Esaltanti le prestazioni con uno 0-100 km/h archiviato in 5.0 secondi ed una velocità massima limitata elettronicamente a 250 km/h. Numeri avvalorati ulteriormente dal dato sul consumo medio: 3.0 l/100 km. La i8 Concept Spyder può inoltre percorrere circa 30 km in modalità totalmente elettrica con emissioni pari a zero. Le sofisticate batterie necessitano di poco meno di due ore per essere completamente ricaricate da una presa di corrente elettrica a 220V. Esse possono anche “fare il pieno” grazie ad un alternatore ad alto voltaggio collegato al propulsore endotermico, che assume quindi la funzione di range extender. In base alle necessità ed alle condizioni stradali la vettura può gestire con precisione la trazione anteriore, posteriore o integrale, privilegiando le performance o l’autonomia in base ai desideri del guidatore. Quest’ultimo infatti, attraverso la selezione di una delle modalità di guida disponibili (Eco, Pro e Sport), può impostare a suo piacimento il carattere dell’auto. La struttura modulare LifeDrive integra la scocca in CFRP ed il tunnel centrale che contiene gli accumulatori: la massa totale è pari a 1630 kg. La ripartizione dei pesi fra i due assi è del 50:50, mentre è stata impiegata particolare cura per mantenere il baricentro del veicolo basso ed esaltare il piacere di guida.
La famiglia Z.E.(Zero Emissions ovvero zero emissioni di sostanze nocive nell’aria) di Renault sulla quale la casa francese – che aveva sofferto nell’ultimo decennio di un penalizzante “letargo creativo” sia sotto il versante stilistico che su quello motoristico – ora si riscatta: dopo Fluence e Kangoo, derivate da veicoli con motorizzazione tradizionale, e dopo la compattissima Twizy, a metà strada tra auto e scooter, arriva ( e lo vediamo nel contributo video allegato) la prima automobile Renault di grande serie concepita già in origine come elettrica e che mantiene il nome di ZOE come le concept car viste negli anni precedenti. ZOE vuole proporsi come "il veicolo elettrico per tutti", grazie ad alcune sue caratteristiche peculiari: il costo non proibitivo un miglior controllo dell'autonomia, grazie al sistema "Range OptimiZEr3", la possibilità di effettuare la ricarica con il connettore di bordo "Chameleon" con qualunque livello di potenza, in un tempo compreso tra 30 minuti e 9 ore. L'equipaggiamento, poi, è analogo a quello di un'automobile tradizionale, senza rinunce: debutta proprio sulla ZOE il sistema multimediale Renault R-Link, un tablet con touch screen da sette pollici, navigatore e servizi collegati.
Il design di ZOE rappresenta l'ultima evoluzione (e di un rinnovamento in tal senso c’era davvero bisogno dopo la deludente prova di Clio ultima serie) del nuovo linguaggio stilistico Renault, dalle linee più fluide e dalla maggiore personalità, voluto dal responsabile del design Laurens van den Acker; ed in questo caso la vettura è stata disegnata per essere esclusivamente elettrica. Ecco, dunque, una carrozzeria che mantiene l'immagine di un'automobile tradizionale, ma che è particolarmente curata dal punto di vista aerodinamico, e dotata di accorgimenti per far intuire e scoprire la sua natura di veicolo "pulito", a cominciare dall'"identità luminosa", costituita dai LED che incorniciano la tipica mascherina anteriore Renault. La ZOE è una due volumi piuttosto compatta, poco più piccola di una Clio: è lunga 4.084 mm, larga 1.730 mm, alta 1.568 mm e ha un passo di 2.588 mm. Anche il bagagliaio, nonostante le forme rastremate della coda e gli ingombri del sistema elettrico, è abbastanza ampio per la categoria (338 litri). All'interno, la natura ecologica della ZOE si esprime con l'impiego di tinte chiare, che esprimono purezza, mentre la tecnologia è rappresentata dalla strumentazione e dal tablet Renault R-Link in primo piano; inoltre, la fascia della plancia ricorda volutamente la pala di un’elica. Due sono gli elementi di maggiore interesse per chi si accinge a comprare un veicolo innovativo come un'elettrica al 100%: il prezzo e l'autonomia, intesa anche come facilità di ricarica. Renault dichiara che il prezzo nei paesi dove sono già previsti incentivi fiscali, come Francia o Gran Bretagna, è analogo a quello di una city car con motore a gasolio. In Italia si parte da 21.650 euro, a cui va aggiunto il noleggio della batteria, che comprende l'assistenza completa. A partire da oggi, 6 marzo, la ZOE può essere prenotata in 12 paesi attraverso il sito Renault-ZE.com; chi avrà effettuato la prenotazione, sarà contattato per una prova prima dell'acquisto, al momento della commercializzazione del veicolo, prevista per il prossimo autunno. L'altro elemento di interesse è l'autonomia, finora limitata a 100-150 km in questa categoria di vetture. ZOE propone oltre sessanta brevetti innovativi che riguardano proprio l’autonomia, ma anche l’interattività e il benessere a bordo. Secondo Renault, la ZOE è in grado di percorre oltre ... km (ciclo normalizzato NEDC) sfruttando tutta la carica elettrica. Per cercare di migliorare l'autonomia in base alle diverse condizioni d'uso, Renault prevede l'impiego di diversi elementi, raccolti nella sigla "Range OptimiZEr". Innanzi tutto, durante la frenata, che avviene con assenza di "strappi", non c'è solo il recupero di energia cinetica, convertita in corrente elettrica, ma anche una suddivisione "intelligente" del comando di frenata tra il serraggio delle pastiglie e il freno motore, potenziando l’azione di quest’ultimo nel ricaricare la batteria. Quindi, viene impiegata una pompa di calore per il comfort termico, che produce calore e freddo con una semplice inversione del funzionamento del circuito: 2 kW di freddo o 3 kW di calore sono prodotti con appena 1 kW di elettricità. Infine, il nuovo pneumatico Michelin EnergyTM E-V, progettato con Renault e in anteprima mondiale per ZOE: battistrada, sculture e fianchi sono studiati specificamente per un veicolo elettrico. Grazie al Range OptimiZEr, l’autonomia reale di ZOE aumenta del 25%, ed è meno condizionata dall'uso; ad esempio, in un percorso peri-urbano con temperatura esterna di 13°C, l’autonomia reale di ZOE è di 140 km, 30 km dei quali ottenuti grazie al Range OptimiZEr. La ricarica della ZOE Z.E. avviene con l'inedito connettore denominato "Chameleon", un brevetto Renault, che è compatibile con qualunque livello di potenza fino a 43 kW. La ricarica su una colonnina avviene in un tempo compreso tra 30 minuti e 9 ore, a seconda della potenza erogata: basta un'ora con una potenza di 22 kW. Ciò permette di fare a meno di colonnine di ricarica rapida a potenza massima (43 kW, appunto, che richiedono mezz'ora per la ricarica completa), e di poter permettere la diffusione di colonnine meno costose (3.000 euro in media, un quarto in meno rispetto alle più potenti), di cui si trova un esempio allo stand Renault di Ginevra. Il motore elettrico di ZOE è sincrono, con rotore a bobina, ed eroga 65 kW di potenza, e una coppia massima istantanea di 220 Nm; privo di cambio, garantisce brillanti accelerazioni e riprese.
E poi la Twizy, la due posti elettrica dedicata alla mobilità urbana disponibile a fine marzo in Italia a partire da 6.990 euro. La piccola vettura misura 2,34 metri di lunghezza e appena 1,24 metri in larghezza e offre un comfort maggiore rispetto ai mezzi a due ruote.
L'abitacolo è protetto solo in parte dagli agenti atmosferici, infatti le porte coprono soltanto una sezione delle fiancate e non sono disponibili cristalli laterali, mentre il vano posteriore lo schienale del passeggero nasconde un vano bagagli da 31 litri. La sicurezza è affidata ai quattro freni a disco e alle cinture a quattro punti anteriori e a tre punti posteriori; inoltre, la Twizy è dotata di airbag per il conducente. Renault proporrà due versioni distinte della vettura: la Twizy 45 che può essere guidata a 14 anni con il patentino e la Twizy, che richiede la patente A o B: in ogni caso il veicolo non potrà circolare su autostrada e strade di grande scorrimento, essendo omologato come quadriciclo, mentre il trasporto del passeggero sarà consentito solo ai guidatori maggiorenni. L'offerta commerciale prevede prezzi compresi tra 6.990 ed 8.700 euro, a cui sarà necessario aggiungere il noleggio mensile delle batterie, che comprende l'assistenza e la sostituzione degli accumulatori in caso di malfunzionamento: in base alla durata ed al chilometraggio il costo mensile varia da 50 a 72 euro al mese.
La Aston Martin Virage è tornata. La sportiva che più di tutte a Gaydon ricorda il momento dell'acquisizione dell'azienda britannica da parte della Ford Motor Company - la Casa dell'Ovale Blu ha comprato la Aston Martin subito dopo il debutto della Virage, nel 1989 - è rinata dopo quasi 15 anni inserendosi tra DBS , DB9 e Rapide, tra cui si colloca anche a livello di potenza (496 CV). Il suo colore di punta è un inedito arancio e di lei l'amministratore delegato di Aston Martin, Ulrich Bez, ha detto: "100 anni di storia hanno dimostrato che l'evoluzione trova le migliori soluzioni nel corso del tempo".Questo nuovo video ufficiale vede come protagonista l’Aston Martin Virage Volante. La GT scoperta di Aston Martin è spinta dal 6 litri V12 aspirato da 497 cavalli abbinato al cambio automatico TouchTronic 2 sistemato al posteriore per garantire un’ottima ripartizione dei pesi.
L’accelerazione da 0 a 100 km/h è coperta in 4.5 secondi mentre la velocità massima è di 300 km/h. Per poter utilizzare l’auto in piena sicurezza mantenendo un comfort elevato, il marchio inglese ha dotato la Virage del sistema Adaptive Damping System che consente di regolare le sospensioni della vettura
Sono disponibili due modalità, la Sport e la Normal, entrambe dotate di 5 differenti setup delle sospensioni che consentono di passare dalla guida più morbida e rilassata, fino alla più aggressiva guida in pista. I dischi freno in Carbon Ceramic Matrix sono azionati da pinze a 6 ed a 4 pistoncini, nascoste dietro ai generosi cerchi da 20 pollici. L'architettura in alluminio ne rimarca il carattere sportivo, ispirato al mondo dell'aeronautica, dove la riduzione di peso è l'obiettivo costante. Una nuova griglia in alluminio, ispirata alla One-77, contribuisce ad accentuare questa particolarità, ma la vera caratteristica dal frontale è la particolare forma allungata dei fari bi-xenon che conferiscono alla Virage un tocco di modernità enfatizzato dall'ormai immancabile striscia di LED.
"Salendo a bordo della Nuova Aston Martin Virage i passeggeri vengono accolti da un gradevole e raffinato aroma dei rivestimenti in pelle realizzati dall'azienda scozzese Bridge of Weir". Alla Aston Martin piace sottolineare così l'artigianalità delle sue realizzazioni che ne caso della Virage comporta una lavorazione a mano di 70 ore per i soli interni. In tutto, spiegano da Gaydon, sono necessarie più di 200 ore di lavoro per assemblare a mano la Virage presso "il cuore" dell'azienda a Warwickshire, in Inghilterra. Non manca comunque l'elettronica e la Virage è dotata di un nuovo sistema di navigazione sviluppato in collaborazione con Garmin. Nuova è l'interfaccia, il display migliorato nella risoluzione e nella qualità delle mappe. Dell'equipaggiamento di serie fa parte anche il cruise control, la predisposizione per il Bluetooth e l'impianto 700W Aston Martin Premium Audio System con Dolby Pro Logic II e ingresso per iPod. A questa nuova Aston la Casa britannica ha riservato un 6.0 litri V12 costruito a mano che eroga la potenza di 496 cavalli abbinato ad un cambio automatico a sei rapporti Touchtronic II. La Virage adotta l'Adaptive Damping System (ADS), ovvero l'impianto di sospensioni pneumatiche che permette di abbassare l'assetto della sportiva, migliorandone le prestazioni. I freni sono in materiale carboceramico (Carbon Ceramic Matrix, CCM).
La Nuova Aston Martin Virage e la sua versione cabriolet, la Virage Volante, sono già in vendita nelle 132 concessionarie Aston Martin presenti in 41 Paesi.
Rolls-Royce ha presentato al Salone di Ginevra da poco conclusosi la gamma Phantom Series II, rielaborazione estetica e tecnica che andrà a coinvolgere tutte le varianti di carrozzeria del maestoso modello della Casa inglese, di proprietà BMW. Il contributo video che RUOTERUOTE TV vi propone ne illustra una irriverente variante “taxi” realizzata in occasione di un evento celebrativo statunitense ad opera degli amici del magazine “Top Gear”. E berlina, coupé e drophead coupé saranno facilmente riconoscibili per il nuovo frontale, con paraurti modificati e proiettori con tecnologia Led di serie, che integrano la funzione cornering per modificare il fascio di luce in curva e adattano la profondità del raggio di luce in base alla velocità. Nell'abitacolo è stato introdotto un nuovo sistema multimediale, che integra il navigatore satellitare con cartografia 3D e la programmazione dei percorsi intermedi, proiettati sul nuovo schermo da 8,8 pollici, gestito attraverso il nuovo comando centrale con 8 pulsanti ad accesso rapido.
Un sistema di videocamere anteriori, laterali e posteriori consentono inoltre di gestire al meglio le manovre di parcheggio e lo spostamento in spazi angusti. Per confermare l'ormai tradizionale effetto "tappeto volante", simbolo del regale comfort Rolls-Royce, la rinnovata gamma Phantom può ora contare anche sulla nuova trasmissione automatica a otto rapporti abbinata a un nuovo differenziale posteriore e al già noto V12 a iniezione diretta: la vettura ridurrebbe così il consumo del 10%, abbassando le emissioni di CO2 da 388 a 347 g/km confermando in tal modo tutta quell’attenzione verso una maggior coscienza ecologica che anche una casa costruttrice orientata a fornire ai propri clienti il massimo in termini di lusso ed esclusività tributa a al proprio ristretto parterre di clienti.
Bentley è stata una delle protagoniste del Salone di Ginevra 2012 mettendo in mostra importanti novità come il suo primo SUV di lusso EXP 9 F, la nuova edizione della Mulsanne e l’anteprima europea della Bentley Continental GT V8. E’ stato Wolfgang Duerheimer, presidente ed amministratore delegato del marchio, a svelare ai giornalisti le vetture come da contributo video allegato.
Gli obiettivi, focalizzati sulla Bentley EXP 9 F, ne rivelavano l’anima di vera protagonista dello stand della casa costruttrice a Ginevra. Si tratta infatti dell’esordio per il prestigioso brand nel segmento dei SUV, un risultato definito da Duerheimer «storico come quando nel 2002 abbiamo presentato la Continental GT per creare una nuova categoria di auto». Rispettando la tradizione del marchio sotto il cofano di questo prototipo è stato installato un poderoso 6.0 W12 biturbo con cambio ad otto marce in alternativa al 4.0 V8 biturbo. Il prototipo, disegnato dal responsabile allo stile Dirk van Braeckel e realizzato in previsione del quinto modello presente in gamma dopo le Continental GT, GTC, Flying Spur e Mulsanne si riconosce per le forme al contempo muscolose ed eleganti, per l’anteriore, stupendo e quasi speculare nel sovrapporre gruppi ottici e prese d’aria e i cerchi da 23 pollici, che definiscono l’andamento di una fiancata solcata da un passaruota posteriore alquanto generoso.
Il volume posteriore risulta invece più formale e non del tutto simmetrico e speculare con l’anteriore denunciando un trattamento formale sin troppo convenzionale. I montanti disegnano un lunotto assai inclinato e dalla notevole superficie, mentre i terminali di scarico ovoidali interrompono la geometria del volume di coda e cingono il vistoso scivolo cromato. Il portellone si divide in due sezioni e dà accesso ad un vano carico ampio e regolare, che può essere personalizzato secondo qualsiasi volere: l’esemplare fotografato prevede un set di flute e bottiglie di champagne. L’abitacolo assume una conformazione 4+1 ed utilizza sedili posteriori regolabili in “business mode” (ideale per usufruire dell’iPad collocato dietro i poggiatesta anteriori) oppure in una posizione più allungata. Non manca poi un sistema d’intrattenimento completo.
Tuttavìa un piccolo “colpo di scena” è occorso durante le giornate espositive : infatti le numerose e del tutto ingiustificate critiche rivolte allo styling della vettura hanno spinto (aimè) i vertici del marchio inglese a deliberare un progetto alternativo, differente sia nelle proporzioni che nel frontale – che in realtà era la porzione più felice di tale esercizio stilistico - rispetto alla concept car esposta durante il salone di Ginevra. La confessione raccolta da What Car? assume purtroppo i contorni della marcia indietro. La vettura di serie avrà proporzioni meno ardite e coraggiose, “da SUV tradizionale”, senza quelle citazioni retrò che hanno reso indigesta la carrozzeria del prototipo. La fonte interpellata da What Car? precisa inoltre che l’EXP 9 F aggiornato sarà meno ‘pesante’ ed avrà un frontale in parte aggiornato, soprattutto nei fendinebbia che avranno dimensioni inferiori e saranno spostati più verso la calandra. La dimostrazione di come il corrente, non certo esaltante “buon gusto” proprio ai più possa modificare e stravolgere un eccellente progetto stilistico e concettuale : c’è di che rattristarsi.